La pentola di Pandora della comunicazione globale

La pentola di Pandora della comunicazione globale,

ovvero:

Trump e il taglio dei fondi ai media pubblici statunitensi

Il presidente Donald J. Trump ha firmato un ordine esecutivo che mira a eliminare i sussidi federali destinati alla National Public Radio (NPR) e al Public Broadcasting Service (PBS). In un post sui social media, Trump ha motivato la decisione accusando le due emittenti di ricevere “milioni di dollari dai contribuenti per diffondere propaganda radicale e woke camuffata da notizie”. L'ordine esecutivo, siglato nell'ipotetica data di giovedì 1° maggio 2025, ordina alla Corporation for Public Broadcasting (CPB) e ad altre agenzie federali di interrompere i finanziamenti diretti a NPR e PBS, richiedendo inoltre l'adozione di misure per bloccare eventuali fonti indirette di sostegno pubblico.   

Questa mossa, che scuote il panorama mediatico statunitense, si presta inevitabilmente a un confronto con le pratiche di altre democrazie occidentali. In molti Paesi europei e non solo, il finanziamento pubblico ai media è una realtà consolidata, sebbene talvolta soggetta a secretazioni e dibattiti sulla sua gestione e sull'indipendenza editoriale. Diventa quindi particolarmente interessante osservare come questa vicenda verrà commentata proprio da quelle testate internazionali che operano in parte o totalmente grazie a sussidi statali. La critica a Trump proveniente da tali fonti potrebbe, agli occhi di alcuni, apparire indebolita o quantomeno inserita in un quadro più complesso, dove la questione del rapporto tra governi e informazione non presenta soluzioni univoche e solleva interrogativi sulla coerenza delle posizioni a livello globale.

La decisione si inserisce in quella che appare come una strategia più ampia dell'amministrazione Trump, volta a utilizzare il potere esecutivo per indebolire o colpire istituzioni percepite come non allineate alle sue posizioni ideologiche o politiche. Questa non è la prima volta che l'amministrazione agisce in tal senso: dalla sua entrata in carica, Trump ha proposto tagli significativi a settori come arte, biblioteche, musei e teatri, ha rimosso dirigenti e fatto pressioni per ridurre fondi federali destinati a università e ricerca, opponendosi in particolare a programmi sulla diversità e altre iniziative giudicate controverse. Questo approccio solleva interrogativi sulla separazione dei poteri e sull'uso dei fondi pubblici.

L'eliminazione dei fondi federali minaccia di avere un impatto significativo soprattutto sulle stazioni locali di NPR e PBS, molte delle quali dipendono in modo cruciale dai finanziamenti della CPB per operare e servire comunità che spesso non hanno accesso ad altre fonti di informazione locale di qualità. Questo rischio potrebbe accentuare il fenomeno dei cosiddetti “news deserts” (deserti informativi) e indebolire il ruolo dei media di servizio pubblico nelle democrazie moderne.  

Il caso solleva una questione fondamentale che tocca il cuore dei sistemi democratici: come bilanciare la necessità di un controllo pubblico sulla spesa con la garanzia dell'indipendenza e trasparenza  editoriale delle istituzioni mediatiche e culturali finanziate dallo Stato? È un dilemma che interpella tutte le società aperte e che, in questo contesto specifico, assume contorni ancora più complessi. L'eco internazionale della decisione di Trump, specialmente le reazioni provenienti da media anch'essi finanziati con fondi pubblici, sarà particolarmente significativo e meritevole di analisi attenta.

-mm-